L’Albero d’oro di Lucignano. Il rinvenimento di alcune sue parti e il restauro

Data di pubblicazione: 25/09/23

Data ultimo aggiornamento: 25/09/23

particolare Albero d'oro di Lucignano, Arezzo

A Lucignano presso Arezzo sono state recentemente rinvenute, grazie alla collaborazione del Nucleo Carabinieri per la Tutela dei Beni Culturali (TPC) di Firenze, alcune importanti porzioni del cosiddetto Albero d’oro di Lucignano, colossale reliquiario considerato tra i capolavori assoluti dell’arte orafa italiana. A oltre cento anni dal furto del 1914, il recupero di alcuni elementi dati per perduti costituisce un evento di grande importanza.

L’annuncio del rinvenimento è stato dato oggi, nel corso di una conferenza stampa all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze Cap. Claudio Mauti, dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dalla Sindaca del Comune di Lucignano Roberta Casini, dal Soprintendente ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo Gabriele Nannetti e dalla Soprintendente dell’Opificio Emanuela Daffra.

L’opera

Destinata alla chiesa di san Francesco a Lucignano l’opera fu iniziata nel 1350 e terminata nel 1471, grazie al generoso lascito di una Madonna Giacoma. Ignoto il maestro trecentesco che ideò e diede inizio all’opera, mentre è documentato che a completarla fu l’orafo senese Gabriello d’Antonio. Davanti ad esso, per antichissima tradizione, gli abitanti di Lucignano continuano a scambiarsi le promesse di matrimonio.

Il restauro

Il restauro di un’opera eccezionale del nostro patrimonio culturale è, ancora una volta, affidato alla cura dell’Opificio delle pietre dure, istituto d’eccellenza del Ministero della cultura, afferente alla Direzione da me presieduta, nei settori della conservazione, del restauro e della ricerca. Mi auguro che si possano al più presto recuperare anche le parti non ancora rinvenute dell’Albero d’oro per restituire finalmente alla collettività quest’opera, unica nel suo genere, nella sua interezza” sottolinea il dottor Andrea De Pasquale, Direttore generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.

“Non è soltanto uno straordinario frutto dell’arte orafa italiana, l’Albero della vita di Lucignano è molto di più; è una di quelle opere la cui esistenza si intreccia in modo intimo e profondo con la vita e i sentimenti della comunità che la custodisce, contribuendo a definirne gli stessi tratti di identità. Anche per questo la Regione Toscana ha deciso di finanziare il lavoro di restauro di questo capolavoro, che, affidato all’Opificio delle Pietre Dure, autentica eccellenza toscana e nazionale, ne esalterà ancor più la preziosa unicità” dice Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana.

La Sindaca di Lucignano Roberta Casini auspica che possano riemergere le parti ancora mancanti dell’Albero d’oro, ed in particolare il Cristo che domina il reliquario.

Gli interventi

Gli interventi  saranno condotti dai restauratori del Settore Oreficerie dell’Opificio, diretto da Riccardo Gennaioli. L’Albero attualmente composto da una sessantina di parti sarà smontato a lotti, per non privare del tutto il Museo di Lucignano di un’opera identitaria, ricollocando di volta in volta le parti restaurate così da garantire ai visitatori una visione almeno parziale dell’opera.

“Il momento culminante del restauro sarà rappresentato – evidenzia Emanuela Daffra – dalla ricollocazione degli elementi recuperati. Lo studio della documentazione fotografica storica sarà di fondamentale aiuto nell’individuare l’originaria posizione di tali elementi. Ciò comporterà, chiaramente, la riformulazione del sistema di montaggio di alcune parti, la rimozione delle corrispondenti integrazioni eseguite dall’Opificio, una attenta verifica della statica e degli equilibri complessivi.”

Materiali utili

Cartella Stampa e Materiali disponibili alla pagina: https://studioesseci.net/eventi/lalbero-doro-di-lucignano-il-rinvenimento-di-sue-parti-e-il-restauro/